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La calvizie femminile è diversa da quella maschile, negli ultimi anni si è notato essere due i  fattori che scateno questo problema:

  • stress e fattori psicologici;
  • fattori ambientali.

L’errata alimentazione può influenzare la calvizie femminile, una corretta dieta può infatti migliorare l’apporto nutriente ai capelli. 

Rispetto all’uomo, la donna vive però momenti particolari che possono portare alla calvizie, in particolare:

  • parto;
  • allattamento;
  • menopausa.

Inoltre la donna sottopone i propri capelli a trattamenti come tinture e permanenti che di certo possono danneggiare il capello, così come il fatto di legare e raccogliere i capelli, sottoponendoli a trazione e rischiando di provocare nel tempo un indebolimento che può portare a diradamento.

Volendo tracciare un quadro quindi è possibile dire che la donna ha strutturalmente meno problemi di calvizie dell’uomo grazie all’azione degli ormoni estrogeni che contrastano quella degli androgeni, noti responsabili della caduta dei capelli in eccesso, si assiste però ad una serie di fattori emergenti e possibili complicazioni che modificano il quadro e vedono anche nella donna un soggetto a rischio.

La forma più comune di calvizie nella donna si manifesta con un diradamento diffuso, anche se non è da escludere l’alopecia androgenetica femminile. Nel primo caso nell’anamnesi si utilizzano le scale di Hamilton e Norwood, nel secondo, la scala di Ludwig.

Nella donna la calvizie si manifesta con un progressivo diradamento dei capelli nella regione centrale della testa: i capelli appaiono diradati, soprattutto in corrispondenza della scriminatura centrale, per cui il cuoio capelluto diviene visibile. 

Specialmente nelle donne più giovani, il diradamento è spesso più evidente in corrispondenza della fronte. 

Osservando ad alto ingrandimento il cuoio capelluto di una donna affetta da calvizie è frequente evidenziare piccole zone completamente prive di capelli che corrispondono ai follicoli temporaneamente vuoti. Normalmente il follicolo non è mai del tutto vuoto, in quanto produce un nuovo capello, prima che il capello vecchio sia caduto. 

Nella calvizie la produzione del nuovo capello è solo ritardata, per cui il follicolo può rimanere vuoto per settimane o talvolta mesi. I follicoli possono essere attivati con trattamenti per la cura del capello specifici, stimolando con lozioni o massaggi il cuoio capelluto al fine di promuovere la nascita del nuovo pelo. 

È noto che anche la donna produce ormoni maschili, ma l’alopecia androgenetica femminile non è sempre segno di un eccesso di ormoni. Nella donna la calvizie può essere, infatti, conseguenza di un eccesso di ormoni maschili ma anche di un’eccessiva sensibilità del capello a livelli di androgeni assolutamente normali. Per questo l’alopecia androgenetica non è esclusiva del sesso maschile, ma si osserva anche nelle donne. Solitamente la normalità degli esami ormonali non esclude la diagnosi di alopecia androgenetica; il 50% delle donne affette da calvizie presenta, infatti, esami ormonali assolutamente normali. 

Il trapianto di capelli è molto efficace anche nella donna; è importante rivolgersi a mani esperte perché si tratta di un intervento particolare, da non sottovalutare.

Le tecniche di autotrapianto si sono perfezionate nel corso degli anni e oggi è possibile ottenere risultati estetici eccellenti utilizzando le tecniche dei mini e dei microinnesti. Alcuni chirurghi trapiantano i capelli lunghi, senza tagliarli; questo fa sì che i segni chirurgici dell’intervento siano scarsamente visibili anche nella donna. I follicoli trapiantati mantengono la loro attività ciclica e quindi alternano periodi di attività, in cui producono il capello, a periodi di riposo. I capelli trapiantati cadono circa 2–3 mesi dopo il trapianto, quando i follicoli riprendono l’attività e producono capelli nuovi. I risultati del trapianto sono ottimali da circa 6 mesi, fino a un anno dopo l’intervento.

Come curare l’alopecia femminile?

Attraverso l’uso di specifici prodotti igienici e con l’ausilio di alcuni trattamenti tricologici è possibile intervenire sul problema, bloccare la caduta e stimolare la produzione dei capelli nelle zone più colpite. Tra i fattori più comuni che contribuiscono ad accentuare la caduta dei capelli rientrano:

  • l’eccessiva produzione di sebo;
  • la formazione della forfora;
  • la cute secca.

La cura e l’igiene dei capelli sono fondamentali per la loro salvaguardia e per prevenire la caduta precoce. È consigliato, infatti, lavare frequentemente la chioma e liberarla da tutte quelle sostanze che possano ostruire i follicoli e causare una disfunzione.

Sono sconsigliati tutti quei trattamenti invasivi per cute e capelli come permanenti, tinte e colpi di sole, questi, infatti, concorrono a renderli secchi e fragili perché vanno ad agire direttamente sul film protettivo del capello danneggiandolo. Inoltre seguire una dieta alimentare sana ed equilibrata contribuisce a mantenere in salute la chioma, si stima, infatti, che circa il 30% delle donne perda i capelli prima dei cinquant’anni per mancanze di tipo alimentare.

Qualora si verificassero delle anomalie del cuoio e capelli o si avvertisse un forte prurito alla testa, è consigliabile non sottovalutare la situazione e rivolgersi a esperti del settore, come il personale specializzato di un Centro Tricologico, per un primo check up dei propri capelli.

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