Spesso capita che il volume dei capelli sia minore verso le punte, perché? Si tratta di un fenomeno normale? Vediamo assieme di che cosa si tratta!
Nel XX secolo si perde la consuetudine di acconciare i capelli come distinzione di classe, poiché la cura dei capelli appartiene ormai a tutti. I primi decenni del Novecento vedono ancora prevalere le pettinature di moda nell’Ottocento, come lo stile “Marcel” e “Gibson Girl”. Dopo la prima guerra mondiale, le donne iniziano a portare capelli corti a caschetto, e a dare il via alla moda “Bob Hairstyle”, che identifica la donna attiva, impegnata e indipendente. Gli anni ’30 e ’40 vedono la moda di un’acconciatura femminile più naturale, un aumento della lunghezza dei capelli e l’uso della permanente, inoltre come tinta di riferimento si sceglie il biondo platino; gli uomini, invece, portano i capelli corti e disciplinati da unguenti e cere. La moda degli anni ’50 vede il trionfo dell’Esistenzialismo con tagli maschili che hanno fatto la storia come quelli dei Beatles, con frange e capelli più lunghi lasciati liberi; per le donne il modello copiato è la pettinatura di Marilyn Monroe, definita icona di sensualità e femminilità. Negli anni ’60 la maggior parte dei giovani si taglia i capelli come Elvis Presley, con basette e un bel ciuffo voluminoso e sul finire del decennio la voglia di trasgressione e di ribellione porta alla rivoluzione della moda e dei costumi, che prevedeva una maggiore libertà di vestirsi e di acconciare i capelli. La distinzione e riconoscimento di veri e propri gruppi sociali era affidata spesso a un determinato taglio e colore di capelli, come ad esempio i rasta, gli hippies, i punk e molti altri. Negli anni si sono quindi succedute varie pettinature e tagli, dai capelli ricci e ondulati a quelli lisci, lunghi o corti, a volte addirittura rasati, con cadenza dettata dalle tendenze moda e hanno sempre più assunto il carattere di una manifestazione interiore del soggetto.
I capelli hanno avuto fin dall’antichità un significato importante, più di altre parti del corpo, portiamo qualche caso:
- la forza di Sansone, secondo le credenze popolari, è sempre risieduta nei suoi capelli considerati un prolungamento del cervello;
- la pratica dello scalpo, praticata da alcuni popoli indigeni, prevedeva l’asportazione di una parte del cuoio capelluto del nemico per consacrarlo alle divinità ed esibirlo come trofeo;
- la famosa frase ‘strapparsi i capelli per il dolore’, in un contesto di sofferenza o di lutto, rispecchia lo stato d’animo del soggetto di tagliarsi i capelli, lasciarli trasandati, coprirli con un copricapo per tutto il tempo del lutto. Questo porta il soggetto alla sua auto degradazione non solo spirituale ma anche fisica;
- il taglio di capelli per cerimonie di consacrazione e d’iniziazione era una pratica comune per alcuni popoli nel Medioevo.
In questo breve excursus sulla storia dei capelli abbiamo attraversato le varie epoche fino a giungere al periodo attuale e indagato i loro molteplici significati, ecco perché è così interessante conoscere il suo sviluppo nel tempo e le valenze a esso attribuite.
Curiosità:
Il primo parrucchiere a realizzare la macchina per la permanente fu il tedesco Nessler, che brevettò il sistema nel 1906, e consisteva in un gruppo di cilindri, ai quali si avvolgevano i capelli, collegati a una macchina posta sopra di loro che riscaldava con una resistenza elettrica. Il procedimento era piuttosto lungo e poteva durare dalle quattro alle sei ore.