Non chiamatelo parrucchino: facciamo chiarezza nella storia della protesi capelli.
È utile innanzitutto distinguere tra calvizie e caduta. Questi due termini, infatti, non sono sinonimi: se la caduta è un fenomeno normale entro certi limiti, la calvizie rappresenta invece un eccesso di caduta che porta nel tempo ad un assottigliamento del capello fino alla perdita dello stesso.
I medici chiamano la calvizie Alopecia androgenetica, i fattori che la influenzano possono essere vascolari, climatici, metabolici, chimico tossici e infettivi ma le due principali cause sono:
- gli ormoni maschili;
- la predisposizione genetica.
Gli ormoni influenzano la caduta a causa della 5-a reduttasi, un enzima prodotto dalle cellule del follicolo che trasforma il testosterone (ormone maschile) in DHT, causa principale dell’alopecia androgenetica. È bene precisare che non è il livello di ormoni presenti nell’uomo a causare la calvizie, bensì la relazione tra questi e il capello.
Non tutte le zone del cuoio capelluto sono interessate in egual misura dalla calvizie, esistono, infatti, alcune aree “resistenti” come la nuca e le zone laterali, che non sono interessate dal fenomeno. Il ritmo con cui avanza la calvizie varia a seconda dei casi ed è difficile fare previsioni accurate, ciò che è certo è che prima si affronta il problema e più probabilità ci sono di risolverlo con soluzioni non invasive e chiaramente anche meno impegnative sul fronte economico.
Un aumento della caduta è normale nei periodi autunnale e primaverile, quando il “tasso di ricambio” aumenta del 40% circa. In tutti gli uomini di varie razze il cambiamento dell’attaccatura dei capelli è normale e avviene in momenti diversi. La velocità della perdita dei capelli è molto varia, ma spesso nel maschio capita in pochi anni di rimanere senza capelli.
La calvizie progressiva alla quale si può dare addito per la perdita dei capelli si basa su tre fattori: genetici, ormonali e temporali.
Il 60% degli uomini sotto i 30 anni e il 70% dopo i 30 anni sono colpiti da questo problema che non è solo fisico ma anche psico-sociale. La pubertà è il momento che di solito precede la caduta e l’arretramento dell’attaccatura. L’eccessiva produzione di sebo, la forfora e quindi l’attacco del testosterone riducono la fase di crescita del capello strozzandone il bulbo pilifero.
Due tipi principali di calvizie nell’uomo:
- Calvizie di evoluzione lenta: è la forma principale di calvizie. Si manifesta tra i 27-35 anni e progredisce lentamente per anni senza portare a conseguenze gravi.
- Calvizie di evoluzione rapida: si manifesta tra i 17-20 anni, si può aggravare a 22-23-anni ed è evoluta al massimo a 28-30 anni. La causa da prendere unicamente in considerazione è la predisposizione familiare. Un fattore importante è sicuramente lo stress perché innalza il livello di adrenalina con ridotto afflusso di sangue, complicando l’apporto di ossigeno al cuoio capelluto.