Non chiamatelo parrucchino: facciamo chiarezza nella storia della protesi capelli.
La parrucca è da sempre un ornamento di tradizione occidentale con qualche eccezione in Cina e Giappone. Le parrucche sono state indossate dagli egizi (per proteggere la testa dal sole), dai greci, dai fenici e dagli assiri. Dopo un periodo di decadenza dell’uso, nel XVI secolo la parrucca è ritornata in auge come soluzione anticalvizie ma anche e soprattutto come abbellimento estetico. Da non sottovalutare la funzione igienica relativa alla pesante riduzione dei pidocchi che la rasatura del capello consentiva.
In passato la parrucca era vezzo non solo femminile, Elisabetta I usava indossare una parrucca “fiammante”, ma anche maschile con Luigi XIII di Francia che ne favorì la diffusione e il Re Carlo II ha contribuito a fare della parrucca uno status symbol dando ai creatori di parrucche (i parrucchieri) un notevole prestigio. Diversamente da oggi, il costo delle parrucche era elevato a causa della difficoltà del reperimento di capelli umani, la soluzione era allora il crine di cavallo e di capra, pesante ma economico.
Oggi, la parrucca compare sempre più spesso nei teatri, in passerella e nei circuiti della moda, diventando un mezzo per osare e cambiare look per una notte. La parrucca per estetica è inoltre un modo per fare scenografia, utilizzata da molte aziende della moda (brand come Undercover e Yoshi Yamamoto sono maestri in questo). La parrucca di moda in questa stagione è sicuramente quella che imita un caschetto oppure un taglio corto e scalato, molto di tendenza nell’ultimo periodo.