Non chiamatelo parrucchino: facciamo chiarezza nella storia della protesi capelli.
La psoriasi è una malattia ereditaria che colpisce moltissimi individui (qui un approfondimento fotografico su wikipedia).
Colpisce il 2% circa di uomini e donne e si manifesta con chiazze, di colore rosa più intenso rispetto a quello della cute sana, ricoperte da squame argentee. In alcuni casi può provocare un aumento della caduta dei capelli ed una conseguente minore foltezza nelle zone interessate.
Può manifestarsi sia su cuoi capelluti colpiti da calvizie che su quelli normalmente folti e pertanto non può essere causa di alopecia androgenetica.
Molto più frequente è, però, il riscontro, in una famiglia, di persone con patologie quali:
- diabete dell’adulto
- l’artrite reumatoide
- il lupus eritematoso sistemico
- vitiligine
Questo avviene a causa della natura Poligenica di tali malattie, cioè la suscettibilità ad ammalarsi è scritta, non su di un solo gene, ma su più geni. Piccole modifiche di questi ultimi, fanno si che un soggetto sia predisposto ad una patologia piuttosto che ad un’altra. Ciò premesso, si può asserire che la Psoriasi è una malattia, dal punto di vista genetico, con caratteristiche di familiarità.
Possiamo affermare con certezza che la tendenza ad ammalarsi di psoriasi è presente fin dalla nascita, in quanto scritta nel DNA.
La malattia o le lesioni cutanee caratteristiche si manifesteranno solamente quando quell’individuo è in condizione generica di stress. Questo significa che le tossine presenti in quel soggetto sono veramente troppe.
Ma da dove vengono le tossine che provocano questa patologia?
- Da una alimentazione scorretta
- Dai liquidi
- Dall’aria che respiriamo
- Dal nostro stato psico-fisico
Nel quadro psicologico della psoriasi quando le lesioni cutanee si sono evidenziate e progrediscono, si riducono, si modificano e ne nascono delle nuove, si instaura un atteggiamento globale estremamente negativo.
In un soggetto affetto da psoriasi, quindi, la prima cosa da fare è quella di eliminare le lesioni cutanee. Oggi ci sono molte tecniche per far scomparire almeno temporaneamente le lesioni cutanee.
La psoriasi è una frequente dermatosi cronica eritemato-squamosa con squama tipica (psoriasica), circoscritta o diffusa con sedi preferenziali (gomiti, ginocchia, cuoio capelluto), geneticamente determinata con penetranza variabile (non tutti i componenti di una famiglia manifestano cioè la malattia o la presentano a vari livelli di gravità), con istologia tipica (dilatazione capillare papillare, microascessi epidermici sterili, iperparacheratosi) e accelerato turn-over della cheratogenesi ((Le proteine dell’epidermide sono divisibili in due gruppi fondamentali: le proteine aventi struttura non fibrosa, c le proteine aventi natura fibrosa. In questo secondo gruppo la proteina più conosciuta è la cheratina, una proteina la cui funzione è legata alla prevenzione della perdita di liquidi da parte dell’orgnismo. La cheratinizzazione inizia nell’epidermide, dove avviene la maggior parte della sintesi proteiche e e si conclude dopo un “passaggio” negli strati più alti con la generazione di cellule completamente cheratinizzate. La sintesi della cheratina coinvolge gli aminoacidi)) , di difficile trattamento.
L’elemento caratteristico è inconfondibile: una chiazza eritematosa a limiti netti coperta da un cumulo sguamoso formato da squame bianco-argentee, friabili ed evidenziabili con una piccola manovra di grattamento che rende più bianca la chiazza (data dalla penetrazione di aria fra squama e squama) e che libera piccoli frammenti micacei della squama stessa. Continuando il grattamento (grattamento metodico di Brocq) tutto il cumulo squamoso viene allontanato: rimane una membranella lucida (umida) etrasparente (si intravedono i vasi dilatati), detta membrana di Duncan-Bulkley, estremamente fragile, la cui asportazione o rottura anche parziale provoca la comparsa di una fine punteggiatura emorragica (segno della rugiada sanguigna o di Auspitz).
Le singole chiazze di figura rotondeggiante possono essere di varia grandezza ma di solito sono abbastanza uniformi nello stesso caso: da qui le varietà morfologiche di:
- psoriasi punctata (chiazze puntiformi);
- psoriasi guttata (come gocce);
- psoriasi nummulare (come monete).
Per l’estensione, possiamo avere:
- psoriasi circoscritta (localizzata, accantonata);
- psoriasi diffusa;
- psoriasi generalizzata o universale.
La presenza di qualche piccola “isola” di cute sana la differenzia. insieme con altri segni, dalla eritrodermia.
Ne deriva che qualunque zona può essere colpita dalla psoriasi ma nella grande maggioranza dei casi la localizzazione preferenziale, già accennata, costituisce un criterio diagnostico: la psoriasi preferisce infatti le regioni estensorie e le “sommità”, i punti di appoggio in particolare le regioni del ginocchio, del gomito, la regione sacrale ed il cuoio capelluto (prevalentemente ai margini di inserzione del capillizio). La psoriasi si presenta sul cuoio capelluto, con chiazze rossastre coperte da cumuli compatti di squame color bianco-argenteo.
Nelle forme più gravi tutto il cuoio capelluto può esserne coperto (psoriasi a “calotta” o a “caschetto“) ma l’estensione oltre il margine di inserzione dei capelli è inferiore rispetto alla dermatite seborroica.
Il prurito è nella maggioranza dei casi presente ma scarso. Solo raramente c’è perdita dei capelli dato che la papilla germinativa e la matrice del pelo si trovano più in profondità e non sono quindi disturbate dal problema cutaneo di superficie. Solo di rado si assiste, a livello delle chiazze psoriasiche, ad un incremento dell’effluvium in telogen senza tuttavia che si associno fenomeni involutivi del follicolo pilifero. L’associazione di aumentato flusso ematico locale ad anomalie della cheratinizzazione cellulare determina in genere un’aumentata penetrazione delle sostanze applicate sul cuoio capelluto e conseguentemente una maggiore possibilità di assorbimento (penetrazione nei vasi sanguigni e relativi eventuali effetti collaterali).