Predisposizione genetica alla calvizie

Come ormai ben saprete, le cause della calvizie sono numerose. Oltre alle cause collegate a malattie, scompensi nutrizionali, stress o trattamenti medici (ad esempio, la chemioterapia), il motivo principale nella perdita dei capelli è da ritrovarsi nella predisposizione genetica.

Il 20% degli uomini, a partire dai 25 anni comincia a mostrare alcuni segni di perdita di capelli: inizialmente la caduta è lenta e si concentra nella parte anteriore della testa e in cima (zona del cosiddetto vertex); successivamente, con il passare del tempo, la caduta e l’assottigliamento del fusto dei capelli si va intensificando progressivamente. All’età di 60 anni, la percentuale di uomini che presenta una perdita di capelli sale addirittura al 75%. Anche le donne possono essere affette da calvizie, seppur con percentuali minori rispetto agli uomini. In particolare, le donne possono essere affette dal problema dell’alopecia soprattutto in seguito alla menopausa. Inoltre, la calvizie in una donna, generalmente, non si concentra in alcune zone specifiche, bensì si manifesta attraverso un assottigliamento del fusto dei capelli di tutta la testa.

L’alopecia androgenetica (cioè di origini genetiche) è causata dall’azione di un ormone circolante nel sangue denominato diidrotestosterone, comunemente abbreviato DHT. Il DHT è uno dei numerosi ormoni classificati come androgeni, o ormoni maschili. Questo ormone si forma dal testosterone ed è presente nel sangue di uomini e donne, sebbene sia ovviamente presente in quantità maggiori negli uomini. Il patrimonio genetico di uomini e donne che soffrono di calvizie scatena una particolare sensibilità dei follicoli piliferi a questo ormone, con conseguente blocco della crescita di nuovi capelli. Il blocco della crescita di nuovi capelli non è immediato: semplificando, alte quantità di DHT recano con sé il messaggio di blocco nella produzione di nuovi capelli, messaggio che realmente ed effettivamente viene recepito in periodi di tempo variabili da persona a persona (in genere mesi o alcuni anni). Alcune applicazioni mediche possono interferire nella conversione del testosterone in DHT, riducendo quindi l’impatto di questo ormone sui follicoli. Non tutti i follicoli sono sensibili al DHT: le zone della nuca e le zone laterali della testa sono nella maggior parte dei casi indifferenti all’azione dell’ormone.


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