Non chiamatelo parrucchino: facciamo chiarezza nella storia della protesi capelli.
L’indaco è un colorante di origine vegetale che si può estrarre da numerose piante del genere Indigofera. Quest’ultima non contiene il pigmento colorante Indaco, ma il suo precursore Indacàno che, tramite un processo biologico di fermentazione batterica, subisce diverse trasformazioni chimiche che generano l’Indossìle. Questa è una sostanza che, una volta in contatto con l’ossigeno, si trasforma nel prezioso Indaco.
L’Indaco più pregiato è estratto dalle piante fresche, raccolte all’inizio della fioritura, quando maggiore è la concentrazione del principio colorante, ponendole a macerare nell’acqua con aggiunta di acqua di calce o ammoniaca. Qui avviene la fermentazione che trasforma l’Indacàno contenuto nelle foglie: si forma una soluzione giallo-verde, che a contatto con l’ossigeno dell’aria vira gradualmente fino a diventare il blu-violetto tipico del color Indaco. Dall’evaporazione della soluzione si ottiene un deposito melmoso che è riscaldato per bloccarne la fermentazione e da cui, per evaporazione dell’acqua, si ottiene l’Indaco in polvere. Questo colorante è spesso utilizzato per la colorazione dei capelli, con risultati ottimi soprattutto sui capelli fini.