Non chiamatelo parrucchino: facciamo chiarezza nella storia della protesi capelli.
Il decapaggio è un’operazione che consente di schiarire di un paio di toni il colore dei capelli.
Viene fatto per neutralizzare l’effetto di una tinta troppo scura o malriuscita.
A differenza della decolorazione agisce sui capelli che hanno subito un processo colorante, e non direttamente sul pigmento del capello.
Si ottiene aggiungendo alla crema o alla emulsione gelatinosa acqua ossigenata, in questo modo si avrà il colorante che, penetrando attraverso le squame della corteccia, dopo un determinato periodo di posa, da luogo al processo chiamato ossidazione e sviluppa dei pigmenti artificiali.
L’ammoniaca presente nel prodotto essendo alcalina irrita e apre le squame della cuticola facilitando la penetrazione della corteccia i microscopici pigmenti artificiali all’ interno del capello a contatto con l’ossigeno mescolato in precedenza ossidano e si sviluppano.
Dopo lo sviluppo i pigmenti rimangono incastrati fra le cellule della corteccia. Una certa quantità rimane all’esterno del capello e della cute anche perché l’ossidazione inizia al momento della miscelazione del colorante con l’acqua ossigenata.
Il lavaggio provvederà a rimuovere i pigmenti non assorbiti mentre quelli incastrati nella corteccia resisteranno a vari lavaggi.
Le molecole del spalmature della tinta e le molecole dello sviluppatore (acqua ossigenata) inizialmente penetrano separatamente nel capello e durante il periodo di posa si uniscono provocando il processo di ossidazione che le fa aumentare di volume, essendo queste divenute più grosse rimangono incastrate fra le cellule filiforme mentre il resto potrà essere eliminato con un semplice shampoo.
La tinta affinché il capello possa apparire di un aspetto naturale deve agire sulla corteccia senza creare stati o depositi sulla cuticola.
Attraverso le squame trasparenti si vedrà il colore come se fosse naturale.