Non chiamatelo parrucchino: facciamo chiarezza nella storia della protesi capelli.
I capelli che diventano grigi e poi bianchi non sono malati, ma invecchiano con il corpo. È importante sottolineare che i capelli non diventano grigi, ma bianchi perché perdono la melanina che dona loro colore e fra le scagliette cornee che li ricoprono rimangono intrappolate microscopiche bollicine d’aria, per cui appaiono candidi a causa della rifrazione della luce che li colpisce. Anche le cellule che producono melanina nei follicoli piliferi perdono gradualmente la capacità di fabbricarla: in una capigliatura, soprattutto se scura, l’aumentare graduale dei capelli bianchi dà l’aspetto sempre più grigio all’insieme dei capelli. C’è chi dice che l’incanutimento sia una specie di malattia autoimmune, in quanto chi è affetto da anemia perniciosa incanutisce precocemente. Una malattia autoimmune si manifesta quando i sistemi di difesa di un individuo vanno in tilt. Altre teorie hanno ipotizzato un deficit di nutrimento dei follicoli piliferi, fisiologico con l’età, che porta a morire i melanociti dei capelli.
I primi capelli bianchi nell’uomo di norma compaiono alle tempie e lentamente invadono il resto della capigliatura, mentre nella donna l’incanutimento è diffuso.
I capelli bianchi sempre più numerosi, mescolati agli altri pigmentati, rendono la capigliatura sempre più grigia. Il rimedio migliore è quello di tingerli, ma sembra che l’assunzione di Vitamina B8 ( Biotina) oltre a rallentare la caduta dei capelli, li renda più sani e pettinabili. Sembra che la Biotina contenga un a fattore antigrigio, cioè che contribuisca a rallentare l’incanutimento dei capelli. I cibi che contengono in modo massiccio la vitamina B8 sono: le uova, la carne di pollo, di maiale e di agnello, lievito, farina di frumento integrale, riso, lenticchie, fagiolini verdi, soia, latte e frutta secca.
Nella popolazione bianca i prima capelli bianchi appaiono intorno ai 35 anni, ma a 50 anni la metà della gente ha almeno il 50% dei capelli bianchi. Esistono casi di canizie tra i 20 e i 30 anni, in questo caso si tratta di fenomeno prematuro. La precocità della canizie non è necessariamente collegata ad un invecchiamento precoce e non indica che qualcosa non funziona bene, ma può essere associata a malattie del tipo: vitiligine, anemia perniciosa (morbo di Addison), ad ipertiroidismo e a disordini cardiovascolari. Non è una leggenda: in seguito ad un violento stress emozionale i capelli possono incanutire nel giro di pochi giorni o settimane.
Altri fenomeni da segnalare sono l’albinismo totale o parziale: nel primo tutta la pelle non produce melanina, quindi nell’individuo sono presenti tutti i capelli candidi e gli occhi rossi; nel secondo, sono canute solo alcune aree del cuoio capelluto.
La differente perdita di melanina delle diverse are corporee può essere particolarmente evidente in chi porta la barba. I capelli bianchi, quando cadono, lasciano il posto ad altri capelli bianchi, in quanto le cellule dei follicoli non sono più capaci di produrre la melanina. Quindi non è del tutto vero che se si la perdono i capelli quando si è canuti, si diventa calvi perché i capelli bianchi sono deboli o gli ultimi ad essere prodotti.
A partire dai 40 anni aumenta il numero dei capelli in catagen, si riduce il diametro dei fusti e rallenta la velocità di accrescimento; si ha anche una maggiore difficoltà al pettine o a tenere la piega.
La canizie è solitamente permanente, solo in alcuni casi (come ad esempio nel citato morbo di Addinson) si è osservata una ripigmentazione della capigliatura.