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A livello scientifico, i capelli sono estremità pilifere che crescono sulla cute e fanno, quindi, parte dell’insieme dei peli che ricoprono il corpo umano.

I peli, infatti, si dividono in:

  • peli piccoli e quasi invisibili, lanugine o vellus, distribuiti su tutta la superficie cutanea ad eccezione del palmo della mano e della pianta del piede;
  • peli grossi e colorati, peli terminali, rintracciabili solo in alcune sedi (cuoio capelluto, ascelle, pube, area della barba nel maschio etc…).

Il pelo è situato in un particolare ‘alloggio’ della pelle, a forma di sacco, inclinato di circa 75° rispetto alla linea della superficie cutanea, denominato follicolo pilifero. La parte inferiore del follicolo pilifero si trova normalmente nella parte più profonda del derma ma il livello è variabile da pelo a pelo (per i capelli la profondità media è di circa 0,6-1 cm). In corrispondenza del terzo superiore del follicolo pilifero sbocca la ghiandola sebacea per cui l’insieme viene più propriamente definito follicolo pilosebaceo. Al di sotto della ghiandola sebacea, sulla parete esterna del follicolo, è ancorata l’estremità inferiore del muscolo erettore del pelo.

Sia il muscolo che la ghiandola sono sempre posti dalla parte dell’angolo ottuso formato dall’asse del follicolo con la superficie orizzontale dell’epidermide (in questo modo la contrazione del muscolo fa assumere al pelo una posizione verticale). Nel follicolo si distinguono:

  1. uno sbocco sulla superficie cutanea, ostio, da non confondere con il poro sudoriparo (sbocco della ghiandola sudoripara eccrina);
  2. una strozzatura a livello del terzo superiore, colletto, nel cui punto inferiore sbocca la ghiandola sebacea e termina la guaina epiteliale interna;
  3. una porzione compresa fra ostio e colletto, infundibolo, dove fra pelo e parete del follicolo è presente
  4. uno spazio libero, normalmente riempito di aria, sebo e detriti cellulari;
  5. una fra colletto e attacco inferiore del muscolo erettore del pelo, parte intermedia o istmo;
  6. una al di sotto dell’istmo stesso, parte profonda; al centro di quest’ultima, nella parte inferiore (cioè in pratica alla base del follicolo), è presente un’incavatura rivolta verso l’alto, delimitata dalle cellule della matrice e contenente una struttura connettivale, una specie di ‘gomitolo’ di vasi sanguigni, linfatici e strutture nervose,papilla, che ha il compito di provvedere al nutrimento ed al controllo endocrino delle cellule della matrice del pelo.

Strutturalmente nel follicolo, dall’esterno verso l’interno, si riconoscono:

  1. la guaina connettivale, ricca di terminazioni nervose e formata da strati concentrici e longitudinali di fibre collagene con numerose cellule (fibroblasti);
  2. la membrana vitrea, diretta continuazione della membrana basale cutanea (rispetto alla quale ha perduto il caratteristico aspetto ondulato);
  3. la guaina epiteliale esterna, diretta continuazione degli strati più profondi dell’epidermide che scendono in profondità seguendo la membrana vitrea (le cellule che la compongono, in basso, in corrispondenza della papilla, assumono le caratteristiche proprie della matrice del pelo; la guaina epiteliale esterna presenta da un lato, quello in cui il follicolo forma con il piano cutaneo un angolo ottuso, un’apertura irregolarmente circolare attraverso cui passa il dotto escretore della ghiandola sebacea; più in basso questa guaina diventa più spessa formando una sporgenza, zona protuberante, sulla quale si trova il punto inferiore di ancoraggio del muscolo erettore del pelo;
  4. la guaina epiteliale interna, formata da tre strati di cellule che originano, come quelle del pelo, dalle cellule della matrice; i sui compiti sono a) formare un involucro più rigido rispetto al pelo che contiene, in modo da modellarlo ed orientarlo correttamente, b) di dare fusto un ancoraggio forte e sicuro ingranando la sua cuticola con la cuticola del pelo. La guaina epiteliale interna, che è quindi a diretto contatto con il pelo, termina in corrispondenza del colletto; a questo livello le sue cellule desquamano all’interno dell’infundibolo e si mescolano al sebo.

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